Content marketing (e non solo). Quando il maggiordomo è importante come il re.

Internet e i Big Data hanno dato la possibilità di realizzare un sogno che fino a qualche anno fa sembrava impossibile e cioè quello di una biblioteca potenzialmente infinita in cui poter cercare qualsiasi cosa; ma trovare una cosa in un catalogo infinito è impossibile: l’unico modo è inserire dei criteri per delimitare la ricerca e organizzare i dati per poterli poi trovare e utilizzarli.

A questo proposito Erika de Bortoli scrive su Linkedin:

Content is king. Quante volte s’è letto ormai? Se il contenuto regna sovrano, beh, non sottovalutiamo il maggiordomo.

Il maggiordomo è colui che mette ordine, che organizza la casa del Re. Mi riferisco all’architettura dell’informazione. Certo non dico nulla di nuovo, ribadisco solo il concetto. Lo divulgo per così dire. Perché al momento per lo più sembra qualcosa da addetti ai lavori. Invece, a maggior ragione in epoca di Big Data, fondamentale sarà, come per i dati, che le informazioni e i contenuti siano organizzati e filtrati”.

Non è più semplicemente l’era del Re – continua Erika – E’ l’era del maggiordomo, di chi saprà far emergere dai dati informazioni, di chi saprà trarre dai contenuti significato, un significato che vada oltre quello del singolo post o articolo. Si tratta di qualcosa a monte, di un processo di significazione… Di sicuro si tratta di un’opportunità e di una sfida per la creatività. Organizzare, categorizzare, profilare in disegni più ampi.

Che il Re si faccia umilmente da parte, ora tocca al maggiordomo”.

Quello che scrive Erika è fondamentale, e proprio perché ha organizzato in modo nuovo contenuti vecchi, mi ha stimolato nuove riflessioni.

Se il problema principale è quello di far emergere i dati, è necessaria una competenza che diventa sempre più importante: quella di saper porre le domande.

O. Wilde in un suo famoso aforisma scriveva “chiunque può dare risposte ma ci vuole un genio per fare le domande“; una battuta che al giorno d’oggi assume una rilevanza del tutto nuova.

Come tutte le competenze anche quella di fare domande va allenata.

Ci sono corsi che forniscono risposte ad un problema, altri invece stimolano nuove domande, mettono in discussione l’esistente e aiutano a fare ipotesi, a pensare l’inedito; di fronte ai nuovi problemi posti da Internet, Big Data e Industri 4.0 è sempre più importante una formazione di questo genere che ci alleni ad affrontare questioni irriducibili.

Infatti, di fronte ad una molteplicità potenzialmente infinita di dati e informazioni, il punto non è trovare la domanda giusta o il criterio più giusto per selezionare i dati; più i criteri diventano restrittivi, meno saranno le voci e allora sarà più facile scegliere e analizzare i dati; più i criteri saranno laschi, più sarà difficile scegliere ma il ventaglio di offerte sarà maggiore.

Come vediamo ci troviamo di fronte ad un problema irriducibile, conflittuale, che possiamo provare a gestire, ma che non risolveremo mai completamente.

Si parla tanto di innovazione e creatività , ma l’innovazione non è creazione dal nulla; U. Morelli in Mente e Bellezza definisce l’innovazione “composizione e ricomposizione originale di repertori disponibili”.

Il contenuto, il “cosa”, i dati, le informazioni sono importanti, cosi come saperli organizzare e connettere.

Il “come” è importante come il “cosa”, il maggiordomo, colui che ordina e organizza la casa è importante come il re.

Postilla strategico-organizzativa. E’ evidente come questo stravolge qualsiasi organigramma aziendale (un maggiordomo che è importante come il re possiamo definirlo ancora un maggiordomo?) e pone riflessioni di ben più ampio respiro non solo sull’importanza di chi organizza e gestisce i contenuti, ma anche sul nuovo ruolo che dovrebbe assumere il re.

 

4 pensieri riguardo “Content marketing (e non solo). Quando il maggiordomo è importante come il re.”

  1. Ah!
    Bell’articolo!
    Ma sono rimasto perplesso dalla chiusura: esattamente cosa intendi dicendo che siccome la categorizzazione delle informazioni (che è una informazione a sua volta, ma ‘meta-informazione’) sarà più importante delle informazioni stesse, per questo gli organigrammi aziendali sarebbero stravolti?
    Cioè, non pensi che la gerarchizzazione delle informazioni non farà altro che riadattarsi agli organigrammi esistenti, che sono per l’appunto già gerarchizzati?

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    1. Quello che scrivi è giusto e ci sarà un ri-adattamento nella gerarchia. In merito non ho delle idee precise, ma solo qualche suggestione. L’idea di base era che se il come e il cosa sono ugualmente importanti, allora le vecchie gerarchie e ruoli saltano. Non c’è prima il “cosa” e poi qualcuno decide il “come” (di solito il cosa è sempre considerato più importante). Chi si occupa del cosa, invece, dovrà sempre più lavorare insieme a chi si occupa del come. In questo senso se il “maggiordomo” diventa sempre più importante, allora anche chi è al “vertice” e si occupava solo del “cosa” dovrà rivedere il proprio ruolo e il modo di rapportarsi con gli altri.

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      1. Hehehe, magari!
        Comunque ottima suggestione per una rivoluzione: forse può essere lo spunto per quella che stavo cercando da molto tempo.

        Un’altra soluzione (purtroppo) potrebbe essere un salto di qualità nella comunicazione interna aziendale.
        Sarebbe la soluzione perfetta in grado di coniugare la gerarchia organizzata con altre formule di comunicazione, più paritarie – ma difficilmente compatibili con l’attuale struttura aziendale (e con l’intera cultura occidentale).
        Di nuovo il problema sono i blocchi di partenza: che sono molto avanzati per i dirigenti, che partono avvantaggiati da una posizione di potere e di dimestichezza al farsi ascoltare, rispetto ai sottoposti, che invece sono storicamente educati al contrario.
        Vedremo, vedremo.

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