Lo sceicco chiese al servo

Questo post nasce dalle riflessioni emerse dopo aver letto il bell’articolo di Vanessa Rizzo sul “problem solver”. Vanessa ne ha messo in luce, giustamente, le caratteristiche positive; a me piace aggiungere un ulteriore punto di vista e riflettere non solo sul #problem solving ma anche sul #problem setting.

Nel problem solving il problema è dato e tu devi trovare la soluzione, nel problem setting non c’è il problema, sei tu che lo poni. Nel primo caso devi trovare una risposta, nel secondo devi porre una domanda.

Mi viene in mente la storia citata da Watzlawick: “Lo sceicco chiese al servo: “Preferisce andare da La mecca a Medina a piedi o con il cammello?” Il servo rispose: “Vorrei discutere della possibilità di non andare da La Mecca a Medina”.

Il problem solver tende a concentrarsi sui vantaggi e svantaggi di ogni opzione e trova la risposta migliore, ma non mette in discussione il problema.

Come scrive giustamente Rizzo – il problem solver considera i problemi come occasioni per mettersi alla prova, quasi si “diverte” nel risolvere i problemi, percependoli come un modo per mettersi in gioco, per dimostrare le proprie abilità…un qualcosa di adrenalinico che spezza la monotonia”.

Se questo è vero, spesso, il problem solver non ha alcuno stimolo a porre domande che “dissolvono” il problema, ma è concentrato a cercare risposte per “risolvere” il problema. Il problem solver quindi ti potrebbe dare tutti i dati possibili e le soluzioni più creative per scegliere il cammello o andare a piedi, ma non porrebbe mai la domanda del servo.

 

Al di là delle parole che usiamo – “solving” o “setting” – il punto in questione è la differente modalità di approccio.

In un caso la creatività è posta nel trovare risposte e soluzioni e si cerca di far funzionare meglio il sistema attuale, nell’altro caso si cercano nuove ipotesi, si guarda il mondo con occhi nuovi, si mette in discussione ciò che il senso comune dà per scontato, si cerca di progettare un nuovo sistema.

Sono due competenze entrambe necessarie, entrambe importanti, nessuna è meglio dell’altra. Le difficoltà nascono quando c’è solo un tipo di competenza e spesso l’estrema insistenza nelle capacità dei problem solver rischia di farci perdere di vista l’insieme: il problem solver è bravissimo a dare risposte, ma senza le domande giuste, le risposte perdono di senso e significato.

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