Sul ruolo del consulente chiamato a risolvere e gestire problematiche relazionali, mi piace ricordare un aneddoto su Edgar Morin citato da Ugo Morelli.
In un seminario di formazione per formatori e consulenti, Morelli rifletteva sul ruolo del consulente o dell’esperto chiamato a risolvere situazioni conflittuali e sottolineava come fosse fondamentale, ancora più della competenza tecnica del consulente, il processo che veniva attivato.
“Non è lo specialismo che funziona, ma l’attivazione della relazione – sottolineava Morelli. Il consulente “bravo” non è quello più preparato, non è lo specialista di alcuni temi, ma quello che è in grado – grazie alle sue competenze e al suo saper fare – di attivare le giuste dinamiche relazionali nel gruppo”.
La grande domanda di ogni consulente è “Che fare?”, ma c’è un altra domanda ancora più importante ed è “Che posizione tenere?”. E nulla come una battuta di Edgar Morin, spiega bene questo concetto.
Morin – raccontava Morelli – era ad un convegno sulla formazione e in platea c’erano molti insegnanti.
Dopo il suo intervento molto insegnanti chiedevano risposte concrete per applicare ai loro casi quanto aveva detto il filosofo francese: “Come facciamo qui, come facciamo qua, ecc?”.
All’ennesima domanda che chiedeva consigli su come fare, Morin si è alzato dal palco e se ne è andato. Prima di uscire però, si è rivolto verso chi gli aveva posto la domanda e gli ha risposto: “Un consiglio, però, glielo voglio dare. Impari da Platini: tenga la posizione”.
Per ogni consulente – ma questo vale per ogni ruolo educativo o di responsabilità – la prima cosa è capire “che posizione tenere”, ancora prima di “cosa fare”. Tutti dobbiamo imparare da Platini (e da questo prezioso consiglio di Edgard Morin).
POST SCRIPTUM
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