Il cannocchiale di Galileo e l’industria 4.0

Le scoperte astronomiche che fece Galileo all’inizio del ‘600 con il suo cannocchiale ci dicono molto sulle sfide che le nuove tecnologie pongono alle imprese. Proviamo a vedere perché.

Per prima cosa è bene chiarire Galileo non inventò il cannocchiale, il cui uso era piuttosto diffuso tra i contemporanei.

Gli occhiali da vista erano di uso comune già nel XIII secolo e dunque da tempo era conosciuta la possibilità di costruire strumenti ottici per ingrandire oggetti, anche per puntarli verso la luna e le stelle. L’interesse per il cannocchiale fu poi sponsorizzato dalle attività belliche e l’invenzione è attribuita a occhialai olandesi.

Il 2 ottobre 1608, gli Stati Generali d’Olanda esaminarono la richiesta di brevetto per «un dispositivo per osservare a distanza», avanzata da Hans Lipperhey. La richiesta di brevetto fu respinta poiché, sebbene se ne riconoscesse l’utilità, soprattutto a scopo militare, si ritenne impossibile mantenere a lungo il segreto della sua costruzione. Tanto più che, in quegli stessi giorni, un altro olandese, Sacharias Janssen, si dichiarava in grado di realizzare lo strumento.

L’anno dopo Galileo costruì il suo cannocchiale e iniziò le sue osservazioni che rivoluzionarono, non solo l’astronomia, ma l’idea dell’uomo nell’universo.

Perché dunque il ruolo di Galileo viene considerato fondamentale? Anzitutto perché Galileo, pur con uno strumento primitivo, eseguì osservazioni con metodo scientifico ed estrema accuratezza. Ma soprattutto perchè aveva un’idea di cosa cercare e di come interpretare i risultati.
Ad esempio l’inglese Thomas Harriot disegnò una primitiva mappa della Luna alcuni mesi prima di Galileo, ma non si chiese che cosa significassero le regioni di varia colorazione. Galileo invece comprese di osservare montagne e valli sulla Luna e misurò le altezze delle montagne con lo studio delle ombre. Galileo fu dunque l’unico ad utilizzare il cannocchiale in quel modo (e a vedere quello che vedeva) perché era supportato dalla sua preparazione e dal suo metodo che gli consentì di usare il cannocchiale per studiare gli oggetti celesti e non solo per guardarli.

Detto in altre parole, il cannocchiale era lì pronto per l’uso, ma solo Galileo ebbe l’idea di usarlo per studiare le stelle perché aveva una teoria in mente e voleva dimostrarla.

Cosa c’entra questo discorso con l’industria 4.0? C’entra perché le nuove tecnologie e i big data sono solo degli strumenti e non indicano nessuna una strategia futura.

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L’industria che investe in 4.0 potrebbe prepararsi per un futuro radioso con una rinnovata strategia imprenditoriale, così come utilizzare quella stessa tecnologia per sostenere una dura e sterile competizione di prezzo contro i suoi concorrenti, come scrive Martinoli in un suo post.

Per investire è necessario sapere dove farlo; così come per il cannocchiale è fondamentale sapere dove indirizzarlo (verso il mare per scopi militari o verso il cielo per rivoluzionare le conoscenze e il mondo).

L’impressione è che il paradigma dell’industria 4.0 rischia di essere orientato al far funzionare meglio il passato, mentre è fondamentale utilizzare le nuove tecnologie per far qualcosa di radicalmente nuovo: per far questo, però, è necessario avere una strategia, una idea, la volontà di creare e immaginare un mondo nuovo.

Galileo nelle sue lettere espresse il suo vero obiettivo delle ricerche astronomiche: dare definitivo supporto osservativo alla teoria eliocentrica copernicana del sistema solare. Aveva una teoria in mente e un impresa da compiere e utilizzò in modo nuovo gli strumenti a disposizione.

Qual è l’impresa che gli imprenditori di oggi vogliono compiere con gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie? Qual è il mondo che vogliono costruire? Che mondo hanno in mente? Le nuove tecnologie sono solo lenti potentissime: sta a noi decidere dove puntarle.

E per fare questo abbiamo bisogno di nuove teorie, di nuove mappe, nuove conoscenze che ci aiutino a vedere ciò che ci circonda.

4 pensieri riguardo “Il cannocchiale di Galileo e l’industria 4.0”

  1. Grazie per il tuo intervento Enrico. In effetti troppo spesso tendiamo a separare “teoria” e “pratica”, il pensare e il fare, ma sono due facce della stessa moneta. E se una moneta ha una faccia sola, allora è falsa e non serve a nulla.

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