Si parla sempre più spesso del fatto che la diversità di visioni e di esperienze siano un valore e del fatto che un candidato non debba “necessariamente” provenire dal business specifico dell’azienda per cui stai facendo la ricerca.
A sostegno si questa tesi ci sono numerose ricerche che confermano come il pensiero laterale o il “thinking out of the box” sia una competenza fondamentale da utilizzare nelle procedure di selezione, ma senza rivolgersi ai soliti “americanismi” è sufficiente ricordare come l’autore della Cappella Sistina, capolavoro invidiatoci da tutto il mondo, sia stata fatta da uno scultore, Michelangelo Buonarroti, non da un pittore.
Un religioso italiano del XV secolo (Papa Sisto IV) aveva già capito e realizzato quelle che molte ricerche hanno poi dimostrato. E anche gli americani stanno scoprendo ciò che in Italia sapevamo da tempo (e forse abbiamo dimenticato).
Consiglio a tutti articolo questo articolo dell’Harvard Business Review dove l’autore sostiene che il nostro Rinascimento era un modello di innovazione migliore di quello oggi praticato nella Silicon Valley.
Nell’articolo si cita proprio il caso della “selezione” di Michelangelo, scelto quando molti contemporanei sembravano più adatti e “competenti”. Infatti, non era certo il candidato più ovvio considerato che aveva al suo attivo solo dipinti di piccole dimensioni e pochi affreschi, ma il papa volle affidare l’opera a lui perché riteneva che “talento e potenziale” fossero più importanti, per quel compito “impossibile”, della semplice esperienza.
Ringrazio Luciano Martinoli per la segnalazione di questo articolo.
1 commento su “La Cappella Sistina fu dipinta da uno scultore”