Gli albergatori e la maledizione del radiale

Qualche giorno fa Luciano Martinoli ha pubblicato un bellissimo articolo intitolato “La maledizione del radiale” a dimostrazione della valenza strumentale della tecnologia, troppo spesso spacciata come risolutrice di tutti i mali aziendali (Industry 4.0. digitalizzazione delle banche, ecc.).

Cos’è la maledizione del radiale di cui parla Martinoli?

Il radiale è un pneumatico, inventato dalla Michelin, che durava più del doppio di quelli precedenti. Ma non è che la gente ha cambiato le abitudini di guida e si è messa a fare più km. Il risultato è che questa invenzione, in pochi anni, ha messo in crisi il settore dei pneumatici perché le vendite sono crollate.

In ogni settore, prima o poi, arriva una innovazione che rende più efficienti prodotti o servizi esistenti (con conseguente calo di margini). Ma l’innovazione può anche creare un prodotto e un mercato nuovo che prima non esisteva (e questo permette grandi margini): per es. il pc, il tablet, lo smartphone, e addirittura l’auto elettrica con Tesla.

Dunque, come scrive Martinoli, “laddove all’orizzonte di qualsiasi mercato appaia il “radiale” è bene iniziare a pensare come stravolgere il significato di quei prodotti, sempre utilizzando la tecnologia. Se si perde di vista la dimensione del senso è bene ricordarsi che la gente non guiderà di più solo perché i pneumatici glielo consentono”.

 

Cosa c’entra tutto questo con gli alberghi? Molti albergatori si lamentano di una eccessiva offerta di posti letto: airbnb, bed&breakfast, agritur, alberghi a 4 stelle con prezzi bassissimi ecc. Si trovano in una situazione molto simile ai tassisti nei confronti di Uber.

E’ in atto una radicale trasformazione di molti lavori permessa dalle nuove tecnologie: in questo caso nuove app e motori di ricerca permettono di confrontare prezzi e camere in modo impensabile anni fa, tanto è vero che molti parlano della vendita di camere come di una commodity.

Sembra paradossale che un settore quello alberghiero debba confrontarsi con questo tipo di maledizione: non si può parlare di “saturazione” di prodotto e/o di “fine corsa” di un ciclo di sviluppo, ma per chi vende camere è indubbio che i margini sono minimi e l’intero settore delle strutture ricettive si trova in situazione simile a quella del “radiale”.

Il problema in questo caso, come in altri non è nella tecnologia, nè nella concorrenza più o meno scorretta. Il problema è ridefinire il lavoro dell’albergatore.  Qual’è il suo lavoro? Vendere camere? O fare altro?

Come si può creare valore, distinguendosi radicalmente da altre offerte ricettive che hanno meno costi? Le potenzialità sono enormi, i servizi e le sinergie attivabili innumerevoli (pensiamo ai trasporti e agli impianti, alla cultura, allo sport e ai mille servizi che già esistono o possono essere creati sul territorio) con conseguente ritorno di immagine ed economico.

Alcuni lo stanno facendo e si salvano: sono coloro che ridefiniscono il senso del loro lavoro, trasformando la loro attività e offrendo un’esperienza unica, speciale (in cui, fra le altre cose, c’è anche il dormire).

Solo ripensando radicalmente il proprio lavoro, dando un forte spazio al simbolico e all’intagibile, si può sfuggire alla maledizione del radiale.

3 pensieri riguardo “Gli albergatori e la maledizione del radiale”

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