Prima vengono le relazioni, poi le cose che sono in relazione

Prima vengono le relazioni, poi le cose che sono in relazione.

Questa idea, cioè che prima vengono le relazioni e poi le cose, non è nuova in filosofia, in sociologia, né tantomeno in fisica: pensiamo per esempio ai “paradossi” della fisica quantistica che sono paradossi proprio perché abituati a pensare alle particelle come “cose”; oppure pensiamo al fatto che tutte le cose che vediamo sono costituite solo da tre elementi: elettroni, neutroni, protoni; ciò che cambia è la loro relazione.

Questo modo di vedere la realtà si sta piano piano diffondendo e tanti problemi quotidiani tra cui quelli l’organizzazione aziendale possono ora essere affrontarti in modo più efficace.

Ai grandi problemi delle imprese ora è possibile dare nuove risposte.

Floridi, è uno di quei filosofi che sta riuscendo a tradurre tali idee in pratica e nel libro “Il verde e il blu”, mostra con vari esempi cosa significa passare dall’idea di cosa all’idea di relazione.

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In azienda non sono importanti le persone

Mettere le persone al centro, le persone sono la risorsa più importante dell’organizzazione, focus sulle persone, gestione e valorizzazione dei talenti… queste sono le frasi che ripetono la maggior parte delle organizzazioni e dei formatori.

Forse è necessario ripeterlo proprio perché non è così, ma c’è problema ancora più profondo.

Il titolo di questo post “In azienda non sono importanti le persone” non è cinico, né ironico, ma vuole riflettere sul fatto che in un sistema non sono importanti le singole parti, ma come queste parti sono in relazione fra loro.

Detto in altro modo: in azienda non sono importante le persone, ma le relazioni tra le persone.

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Neuroscienze e conflitto

Il seguente post è una sintesi di un precedente articolo di Ugo Morelli che esaminava il rapporto fra gli studi e le ricerche in corso nel campo delle neuro-scienze e nel campo del conflitto. In particolare, lasciando stare i tecnicismi, mi pareva fondamentale riprendere alcune domande:

  • Cosa c’entrano i neuroni con il tema del conflitto?
  • La scoperta dei “neuroni specchio” che contributo può portare alla scienza dei conflitti?
  • Perché questi studi dimostrano l’impossibilità di un “Manuale per la risoluzione dei conflitti”?

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La cooperazione deve essere impura, egoista, triste, e deve rendersi inutile.

Ho ritrovato questi “consigli” in una intervista che feci nel 2008 a Fabio Pipinato, in occasione dell’uscita del libro “Cooperazione: micro suggerimenti per essere / saper essere / saper fare Solidarietà Internazionale”?

Nonostante siano passati 9 anni, i temi che affronta sono sempre attuali e illuminano la nostra relazione con l’altro – sia esso vicino, collega, superiore, cliente – smontando luoghi comuni e usando parole nuove, spiazzanti, vere per parlare della identità, del conflitto, dell’ascolto, della scelta delle priorità, della progettazione, della formazione.

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